Barche di migranti e tutto quello che ne rimane, stanno deturpando e inquinando le coste di Lampedusa; chi pulirà e quando questo scempio annunciato?
Cala Pulcino, una delle più belle spiagge dell’isola che è anche territorialmente inserita e a pieno titolo nella riserva orientata gestita da Legambiente, l’abbiamo trovata così, con tutto quello che rimane di chissà quanti sbarchi che si sono succeduti nel tempo.
Forse il problema è sempre lo stesso; le barche che le forze dell’ordine non sequestrano al momento dell’arrivo, diventano dei semplici (ma che tanto semplici non sono) rifiuti “speciali” che possono essere rimossi dalle spiagge e dalle scogliere con interventi mirati, dagli enti preposti, con tempi burocratici sempre più biblici.
L’inverno, con le sue mareggiate, non potrà che peggiorare la situazione, come ogni anno. Se nessuno prenderà provvedimenti urgenti e risolutivi, ovviamente, porterà a un incremento esponenziale di un probabilissimo “inquinamento annunciato”. Lo raccontiamo da mesi nei nostri servizi, e da mesi assistiamo al solito “rimpallo” di responsabilità istituzionale, fino a quando non si parlerà della prossima emergenza.
Noi, stiamo solo evidenziando, avvisando e denunciando nei limiti dei nostri mezzi e competenze la situazione e stiamo parlando solo di una piccola parte di isola, Cala Pulcino ma purtroppo, in quasi tutte le cale di Lampedusa, la situazione è la stessa con: barche, pezzi di legno, plastica, motori marini e pezzi di metallo, bottiglie di plastica, latte piene di olio, giubbotti di salvataggio e tanto altro.