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Trasporti aerei: continuità territoriale a Lampedusa non c’è, o meglio, è come se non ci fosse

L’editoriale di Elio Desiderio

Siamo stanchi di scrivere; stanchi di parlare e di spiegare, di raccontare storie che sanno di beffa, che ti fanno arrabbiare e nel contempo, ti fanno venire voglia di urlare e di protestare.
I lampedusani sono stanchi si dovere sopportare una situazione veramente difficile, terribile e che fa indignare. Sono decine le storie che potremmo raccontare (oltre a quelle che ormai raccontiamo da Febbraio scorso) e che ci vengono segnalate continuamente dai cittadini, come per esempio, i malati oncologici che non riescono a partire in aereo.

Sembra una bestemmia questa cosa ma purtroppo, è così; tutti i giorni è la stessa storia perché i posti per i malati sono pochi e poi, ci sono tutti gli altri cittadini che per potere partire, devono attendere settimane intere; gente che deve fare qualche visita specialistica e per farla deve prenotare non in ospedale o in clinica ma bensì, in aeroporto perché dipende dalla disponibilità dei posti in aereo.

Mancanza di posti in aereo quindi ma poi ci sono i ritardi, le mancate partenze o viaggi pericolosi, come quello fatto da Angela Lombardo “andando a Palermo – ci ha raccontato – abbiamo sentito un rumore fortissimo che proveniva da uno dei motori; a bordo ci sono state scene di panico ma siamo arrivati sani e salvi. L’aereo è stato fermato per un guasto tecnico. Ma cosa si aspetta che succeda qualcosa di irreparabile”.
Ma anche un professore non le manda a dire, Antonino Montalbano che settimanalmente cerca di ricongiungersi con la famiglia e tenta di partire il sabato per poi tornare la domenica o il lunedì mattina. “È diventato tutto molto complicato, – ci ha detto Antonino Montalbano – e il fatto che io debba pagare il biglietto da non residente è diventato il più piccolo dei problemi anche se è una ingiustizia; non si riesce a partire, gli orari sempre più spesso non vengono rispettati e quello che più mi fa rabbia è che quando poi sono a bordo dell’aereo magari ci sono anche dei posti non occupati da nessuno. Io partirei anche in nave ma da qualche settimana c’è maltempo e quindi non mi rimane che l’aereo per potere partire”.

Sarebbero veramente tante le storie che potremmo raccontare e segnalare oltre quelle che nel corso del tempo abbiamo già scritto ma la condizione più deplorevole e sicuramente straziante riguarda chi soffre e sta male perché malato oncologico. Queste persone, dovrebbero potere partire a prescindere e quindi sempre e comunque a qualsiasi costo, perché è giusto che sia così.

Lampedusa è territorio “ITALIANO” e i lampedusani “MERITANO” un trattamento alla pari degli altri abitanti italiani ed europei e certamente, non possono più essere trattati come si sta facendo in questo aeroporto dove c’è Dat – voli di Sicilia una compagnia aerea lituana/danese che Dio solo sa come sia riuscita a vincere una gara di appalto alla quale ha partecipato da sola e ha sottoscritto un contratto che sempre solo Dio sa come sia stato possibile sia stato firmato insieme all’Enac e alla Regione Siciliana.

Un contratto miracoloso (di oltre 44milioni di euro in due anni) che prevede anche il trasporto delle salme salvo poi scoprire che il tipo di aerei utilizzati non è in condizioni di trasportarle (anche se nel bando e nel contratto è previsto il trasporto delle salme, come abbiamo abbondantemente raccontato con una nostra lunga inchiesta giornalistica).

Certo, non sarà semplice trovare il bandolo della matassa per gli amministratori comunali, che sono preposti a tutelare i cittadini per questi aspetti anche perché, hanno trovato già tutto fatto gara, contratti sottoscritti e quindi si sono trovati davanti a uno scempio già compiuto e sappiamo anche che lo stesso sindaco, per potere partire, si mette in lista di attesa, come tutti gli altri. Ma questo non esclude una forte presa di posizione, che i cittadini aspettano ormai da mesi, nei confronti della compagnia aerea Dat voli di Sicilia.

Forse a questo punto però, è giunto il momento di intervenire proprio politicamente per mettere le cose a posto; quantomeno tentare, per fare in modo che i diritti sacrosanti dei lampedusani possano essere tutelati e difesi; per non vedere più persone sofferenti in aeroporto a lesinare un posticino in aereo per andare a fare la chemioterapia; per non vedere più insegnanti o medici che non possono partire per andare dai propri cari; per non vedere più situazioni aberranti che non sarebbero degne neanche in paesi del terzo mondo; per non vivere più tutto quello che stiamo raccontando (ormai da mesi) con estremo dispiacere, raccapriccio e tanta indignazione.

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