Si rischia di essere condannati all’abusivismo, il piano paesaggistico sta per essere approvato.

L’editoriale di Elio Desiderio

Il piano paesaggistico per Lampedusa potrebbe diventare una pietra tombale per l’intera comunità, sarebbe un disastro per tutti; nessuno escluso.

Purtroppo, da notizie che abbiamo assunto da nostre fonti negli uffici regionali, il piano paesaggistico di Lampedusa è “già passato in commissione” e ora, è pronto per essere approvato definitivamente e l’assessore regionale, è pronto a trasformarlo in un decreto.

Ma cosa significa e cosa è un piano paesaggistico? lo spiegheremo in modo chiaro, affinché si comprenda anche cosa sta accadendo e quello che potrebbe succedere se non si prendono dei provvedimenti immediati. Il piano paesaggistico, è uno strumento urbanistico previsto e redatto dalla regione.
Individua anche progetti prioritari per la conservazione, il recupero, la riqualificazione, la valorizzazione e la gestione del paesaggio regionale indicandone gli strumenti di attuazione, comprese le misure incentivanti.

Ma cerchiamo di comprendere meglio a cosa serve il piano paesaggistico e chiedo scusa sin da subito se questo articolo sarà lungo, leggerlo tutto credetemi ne varrà la pena.

Il piano del paesaggio o paesaggistico, serve a studiare i beni paesaggistici storici ambientali di un territorio e questo per fare in modo che possano essere previsti dei vincoli per quelle aree che devono essere salvaguardate. Spesso la mancata conoscenza del territorio e una analisi storico urbanistica non appropriata  (i tecnici che preparano i piani paesaggistici non sempre conoscono le aree ma si limitano a una conoscenza appresa sulle carte) dando quindi delle indicazioni possibilmente, inadeguate o sbagliate.

Il piano paesaggistico, quindi, è un insieme di norme e vincoli che sono sovraordinati rispetto al piano regolatore. E cosa vuol dire tutto questo, una cosa molto semplice e cioè che il piano paesaggistico deve essere acquisito dal piano regolatore, ossia deve essere messo dentro il piano regolatore, con tutti i vincoli, le contraddizioni e gli errori grossolani che a volte fanno i redattori e cioè i tecnici, che hanno preparato il piano paesaggistico.

Si tratta di architetti, ingegneri, geologi, botanici e urbanisti. In parole povere ancora più povere, il piano paesaggistico comanda sul piano regolatore e se quest’ultimo non ne tiene conto, rischia di essere bocciato.

Per Lampedusa, il piano del paesaggio è stato adottato dall’assessore ai beni culturali con decreto assessoriale numero 8 nel lontano 2013 attualmente non è ancora approvato, ma il rischio è che potrebbe essere approvato a breve, così per com’è.

Questo piano paesaggistico di fatto blocca tutta l’attività edilizia delle Isole Pelagie, tranne per i progetti che già avevano acquisito i pareri e per le ristrutturazioni dei fabbricati esistenti ma parliamo di prima del 2013.

Questa situazione va avanti da oltre 11 anni quindi dal 2013 ad oggi. Lasciando bloccato un intero territorio che ha necessità di essere sviluppato per il bene sociale e economico delle Isole Pelagie. Al momento il piano paesaggistico per Lampedusa è rimasto esattamente per come era stato presentato senza nessuna modifica.

Una grande criticità riguarderebbe l’area urbana, che secondo il piano paesaggistico comprenderebbe tutto il centro urbano come area storica, in pratica, significherebbe bloccare tutto senza dare la possibilità a nessuno di poter apportare delle modifiche alle proprie case quindi chi ha un piano terra rimane con un piano terra e basta.

Sarebbe opportuno, quindi, fare due cose che sarebbero risolutive e metterebbero nelle condizioni gli isolani, di potere risolvere in buona parte i problemi legati alle abitazioni e all’abusivismo.

Quello che c’è da fare è veramente molto molto semplice e cioè fare in modo che per parte storica dell’isola siano previsti e inseriti solamente i Sette Palazzi mentre tutte le altre abitazioni e strutture dovrebbero essere lasciate fuori dal vincolo consentendo così anche una soprelevazione per tutti di almeno due piani oltre al piano terra.

Questo darebbe la possibilità al centro urbano di poter ottenere anche una certa logica ma soprattutto si darebbe la possibilità di lavorare e avere almeno 20 anni di lavoro per tutti.

Inoltre, si deve poter riordinare la cosiddetta “fascia“, ossia quell’area che circonda il centro urbano e che va dalla Guitgia a cala Pisana che sarebbe tutta da riqualificare e riordinare, trasformando le aree di mantenimento di quello che c’è, a riordino, completamento e risanamento.

Ora, se gli attuali amministratori non intendono nella immediatezza intervenire rivolgendosi direttamente all’assessore regionale, Lampedusa potrebbe essere condannata per sempre a dover costruire abusivamente o altrimenti a rimanere fermi per sempre senza poter fare più nulla.

Altra nota dolente e pericolosa riguarda il piano regolatore, quello che interessa all’ex sindaco Totò Martello che difende con le unghie e con i denti per ovvie ragioni; se dovesse passare questo piano paesaggistico, il piano regolatore di Martello potrebbe essere approvato nel giro di poco e questa sarebbe ancora un’ulteriore mazzata per tutti gli isolani, tranne per alcuni, pochi amici.

Quindi a questo punto, non ci rimane che sperare due cose:

– che non sia vero (quello che in tanti pensano e dicono) che ci sarebbe un accordo tra maggioranza e opposizione per fare in modo che il piano paesaggistico passi così com’è, e per poi fare in modo che il piano regolatore di Martello (superato, non rispondente alla realtà e allo stato dei luoghi e alle aspettative di un’isola turistica) possa essere approvato, con la semplice sistemazione della pratica VIA-VAS che in atto lo blocca;

– che gli attuali amministratori (e parliamo dell’assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica Vincenzo Cantafia e l’assessore ai Beni Culturali Laura Casano ma anche il sindaco Filippo Mannino si attivino immediatamente, anche con l’ausilio di un consulente esperto, per scongiurare una possibile débâcle che porterebbe Lampedusa inevitabilmente, in un baratro infinito e in una sconfitta totale.

Lampedusa finirebbe come in un girone dantesco dove più nessuno potrà toccare nulla se non un paio di persone, di cui abbiamo già fatto il nome, e qualche amico storico.

Non stiamo scherzando, ma stiamo semplicemente mettendo in guardia la popolazione e tutti gli amministratori comunali (compresi i consiglieri comunali che sono parte attiva, in quanto rappresentanti dei cittadini) per quello che potrebbe accadere se nessuno dovesse prendere provvedimenti immediati dialogando con l’assessore regionale e facendo in modo che il piano paesaggistico sia immediatamente cambiato. L’ex assessore Pietro Di Maria, aveva già cominciato un percorso, che a quanto pare è rimasto arenato da quando è fuori dalla giunta comunale.

Non possiamo rimanere inermi, non è giusto non tutelare gli interessi degli isolani così come non è giusto continuare a dover costruire abusivamente come si è fatto fino ad oggi perché costretti da inesistenti strumenti urbanistici, condannando i cittadini all’abusivismo e al ricatto.

Nella sua storia, Lampedusa non ha mai avuto uno strumento urbanistico adeguato alle esigenze e questo certamente, non per colpa di chi è stato eletto poco più di due anni fa. È arrivato ora però  il momento, di far capire alla popolazione che si hanno le intenzioni affinché ci sia un cambiamento epocale che possa portare i cittadini di Lampedusa a non dover elemosinare nulla a chicchessia, ma più semplicemente a riuscire ad ottenere quello che in tutte le altre parti d’Italia è garantito.

Noi di Lampedusa in 2 minuti, ci rendiamo conto di poter essere considerati fastidiosi (ce lo dicono con intimidazioni, minacce e offese ormai da mesi) ma non fa nulla perché per noi, l’importante è che i problemi di Lampedusa possano essere risolti.

Non sono sicuramente i nostri articoli e i nostri servizi a creare problemi, anzi, quello che reputiamo importante, molto importante, è che finalmente si comprendano le posizioni, le scelte, le intenzioni di chi ha dettato le regole fino ad oggi e spera di poterlo fare ancora chissà fino a quando, con la complicità del silenzio omertoso che ormai è insopportabile, su tutti i fronti.

I cittadini di Lampedusa e Linosa in questo periodo estivo sono tutti impegnati a lavorare e non sanno quello che sta succedendo negli uffici comunali e regionali; ecco, noi stiamo cercando di dare degli strumenti per permettere a tutti di capire come stanno le cose, e oggi più che mai c’è bisogno di informazione a 360 gradi.

Anche perché, se a Lampedusa dobbiamo essere condannati all’abusivismo, tutti bloccati con un piano paesaggistico preparato ad arte per portare l’isola a una morte certa, è giusto sapere anche chi è stato l’assassino e i silenziosi complici.