Per dare una stanza in più agli impiegati dell’ufficio tecnico stanno togliendo l’unica stanza al primo piano che hanno sempre utilizzato gli anziani. Per capirci, stiamo parlando della “camera” o dopo lavoro, luogo storico degli anziani dell’isola.
La cosiddetta camera a Lampedusa, si trova in Via Mazzini angolo Via Roma e da sempre, è un luogo di ritrovo e di aggregazione di lampedusani di una certa età (ma non solo).
Ma chi frequenta quelle stanze: ex pescatori, ex lavoratori del settore edile, ex dipendenti pubblici e privati ma anche ex marittimi, che hanno passato la loro vita lontani dalla loro isola.
Questo locale quindi è da sempre e più precisamente dal lontano 1874, quando fu fondata da Ulisse Maccaferri, la società operaia di mutuo soccorso un luogo di aggregazione.
E questa società, inoltre, aveva come scopi la mutua assistenza, l’unione, la solidarietà, la fratellanza e il benessere dei soci.
Questi stessi locali diversi anni dopo, hanno poi ospitato la camera del dopo lavoro e, per volontà dell’amministrazione comunale nel 2021, i locali sono stati interessati da un’importante opera di ristrutturazione e quindi di riqualificazione grazie alla quale nel 2022, sono stati riconsegnati ai soci praticamente rimessi a nuovo.
Il problema quindi, nasce nel momento in cui è stato promulgato e confermato da una delibera di giunta comunale, la numero 84 del 26 settembre di quest’anno che ha per oggetto: atto di indirizzo per il diverso utilizzo del locale al primo piano dell’edificio comunale in via Mazzini numero 34, si approvava la proposta dell’ufficio tecnico comunale per predisporre tutti gli atti necessari per l’utilizzo del locale al primo piano del fabbricato comunale, aggregandolo temporaneamente, agli uffici comunali nelle more della più ampia riorganizzazione delle sedi comunali che sarà eseguita nel prossimo futuro.
È chiaro a questo punto che gli anziani di Lampedusa, si vedranno privati dell’unica stanza che hanno a disposizione al primo piano. Sentiti alcuni dei soci, sono rimasti scandalizzati per una decisione presa dagli assessori dell’amministrazione Mannino che di fatto, lascerà queste persone con la sola stanza a piano terra e gli anziani di Lampedusa, non escludono di mettere in atto una protesta.
Tempo addietro, noi avevamo chiesto a qualche amministratore comunale se fosse stata vera la voce che già circolava prima dell’estate di questo proponimento, ma c’è stato risposto che non c’era nessun pericolo e che nessuno avrebbe tolto qualcosa agli anziani.
Il problema è che spesso i politici, non comprendono che ci sono alcune cose che per la popolazione sono sacre e sempre più spesso magari qualche tecnico, che non conosce bene la realtà locale, pur di ottenere dello spazio in più o forse qualche finanziamento, preferisce tranquillamente distruggere quel po’ di storico che quest’isola ha facendo così prendere delle decisioni molto impopolari, agli amministratori.
Il capo della opposizione, Salvatore Martello il 12 ottobre scorso per questa vicenda ha presentato una interrogazione al sindaco chiedendo una risposta scritta. Nella sua interrogazione, Martello ha voluto prima spiegare la storia di questo immobile che appartiene a prescindere dalle carte a tutti lampedusani e a tutti coloro i quali frequentano quell’immobile ma, sempre nella sua interrogazione, Martello ha chiesto che venga annullata questa delibera di giunta numero 84 del 26 settembre 2024 poiché l’immobile in questione secondo Martello, non è di proprietà del Comune di Lampedusa.
Sempre Salvatore Martello, finisce la sua interrogazione specificando che qualora non ci sarà l’annullamento della delibera, denuncerà alle autorità competenti (si presume Procura, Prefettura e Forze dell’Ordine) quanto sta accadendo a Lampedusa, per un immobile che storicamente è stato sempre degli anziani dell’isola dove passano il loro tempo e dove amano stare sia nel periodo estivo che in quello invernale. Oltre ad essere l’unico luogo destinato agli anziani.
È giusto che vengano rispettate oltre alle persone, quello che è un piccolo patrimonio del grande valore storico che dimostra come già alla fine dell’ottocento, la comunità avesse dato vita ad una istituzione all’avanguardia per quei tempi, ben organizzata e strutturata al proprio interno e in grado di attivare strumenti di sostegno economico sanitario e iniziative culturali per gli iscritti.