Aggredire una troupe televisiva certamente non è una cosa giusta e sta pagandone le conseguenze con una condanna a sette mesi di reclusione D.DB., trentenne di Lampedusa. Il giudice ha anche negato all’imputato, il beneficio della sospensione condizionale della pena.
I fatti si sono svolti il 4 luglio del 2023, nelle immediate vicinanze del molo Favaloro; l’inviato del tg 1 Lorenzo Santorelli e i componenti della troupe che stavano lavorando con lui, furono aggrediti e fu impedito loro la messa in onda del collegamento da Lampedusa previsto per il tg delle ore 20,00.
L’USiGRai, l’organizzazione sindacale riconosciuta dalla federazione nazionale della stampa e rivolta ai giornalisti della rai, ha diramato un comunicato: “il diritto a informare ed essere Informati – si legge nella nota – ha trovato nella decisione del tribunale di Agrigento una conferma piena della sua attualità tra i beni essenziali per i cittadini e per chi fa informazione.
I sette mesi di reclusione inflitti dal tribunale di Agrigento all’imputato che insieme ad altri 10 persone (rimaste ignote) hanno aggredito a Lampedusa, il 4 luglio 2023 l’inviato del Tg, Lorenzo Santorelli e i componenti della troupe che lavoravano con lui, confermano che ogni violenza va denunciata e quando questa colpisce, oltre le persone coinvolte anche il diritto dei cittadini a una libera informazione, vi è una ragione in più per farlo”. Per queste ragioni, l’usigrai si era costituita parte civile nel processo e il suo direttivo ha voluto “ringraziare l’avvocatessa Daniela Ciancimino che con il suo lavoro, ha contribuito a questa fondamentale affermazione di giustizia e alla Rai, che ha opportunamente difeso il lavoro dei giornalisti e collaboratori coinvolti nella vicenda”.
Il pubblico ministero nel contesto processuale aveva chiesto anche il risarcimento dei danni subiti da Santorelli della Rai e dall’usigrai, tutti costituitisi parte civile.
Giornalista e operatori furono aggrediti mentre si accingevano a un collegamento in diretta per documentare la visita a lampedusa del ministro dell’interno, Matteo Piantedosi e della commissaria europea per gli affari interni, Ilva Johansson.
All’imputato era stato contestato di avere impedito con violenza il collegamento giornalistico in diretta con il Tg1 delle 20,00 dal molo Favaro, quindi anche il reato di interruzione di pubblico servizio; usigrai è stata rappresentata in giudizio dall’avvocatessa Daniela Ciancimino mentre il giornalista del Tg1 Lorenzo Santorelli e la Rai, dall’avvocato Giulio Vasaturo.
Quello che rimane, è un cosiddetto amaro in bocca molto forte perché prima di fare una azione così scellerata e senza senso, bisognerebbe pensare alle conseguenze e anche al fatto che l’azione di un singolo cittadino, potrebbe poi ripercuotersi su una intera collettività.
Il popolo lampedusano nel corso del tempo, ha dimostrato di essere all’altezza e di conseguire anche riconoscimenti morali e civili importanti, proprio per i comportamenti nobili e di rispetto rivolti a tutti e si spera, che mai più possa ripetersi un gesto di violenza come quello accaduto nei confronti del giornalista della rai, Lorenzo Santorelli.
La nostra redazione è vicina al collega e agli operatori coinvolti nei fatti del luglio 2023 ed è anche vicina alla maggioranza dei lampedusani che certamente non approvano comportamenti disdicevoli volti a infrangere le nostre leggi. L’informazione è sacra e va rispettata a prescindere, perché l’informazione è parte integrante della nostra storia, della nostra cultura e della nostra democrazia; una democrazia ottenuta a costo di enormi sacrifici che hanno fatto coloro i quali ci hanno preceduti.
✍🏻 Elio Desiderio