L’analisi politica delle Pelagie dopo gli scrutini delle europee a cura di Elio Desiderio e Tony Colapinto
Per queste elezioni europee a Lampedusa e a Linosa tutti si aspettavano risultati eclatanti e significativi; i presupposti addirittura erano quelli di esprimere in questa tornata elettorale una protesta eclatante. Si prevedevano, infatti, una miriade di schede bianche o tanti voti di protesta che non ci sono stati poiché le schede bianche e i voti nulli, sono stati in totale 70.
Preso questo dato, parliamo ora dei risultati e i voti ottenuti partito per partito; il primo risultato importante che emerge subito è che Forza Italia con 481 preferenze a Lampedusa si attesta come primo partito, scalzando di fatto la Lega che alle scorse elezioni del 2019 era stato il partito più votato (oltre il 45%).
A seguire con 192 voti c’è Fratelli d’Italia che sta davanti al Partito Democratico attestato a 190 voti (con due soli voti di differenza). Probabilmente per Fratelli d’Italia non è bastato il selfie del sindaco Filippo Mannino con Giorgia Meloni per riuscire a portare gli elettori a votare il partito della premier.
E cosa dire del PD che con 190 voti (146 voti sono andati al candidato lampedusano Pietro Bartolo) ha espresso chiaramente un probabile ed evidente disorientamento.
Comunque, se proprio vogliamo fare una considerazione logica e politica proprio Pietro Bartolo, potrebbe essere di fatto nominato sul territorio pelagico il prossimo segretario del PD a Lampedusa e che probabilmente prenderà il posto della segretaria Elly Schlein.
Pietro Bartolo risulta il primo dei non eletti in Sicilia con 44 mila voti. Di fatto non rientrerebbe all’europarlamento, ma non è detta l’ultima parola, potrebbe rientrare con il sistema dei “resti”.
Per il Movimento 5 stelle ci sono state solo 55 preferenze, nonostante a settembre scorso, il presidente Giuseppe Conte era stato accolto da una folta schiera di cittadini lampedusani. Tutto il resto e tutti gli altri partiti possiamo tranquillamente annoverarli tra i dati poco salienti come ad esempio i 31 voti ottenuti dal partito di Matteo Renzi, grande amico politico dell’ex sindaca Giusy Nicolini.
Ma fatta l’analisi del voto, troviamo doveroso e opportuno fare qualche considerazione perché durante tutta questa trascorsa campagna elettorale a Lampedusa di cose, diciamo strane, ne abbiamo captate diverse.
Salta agli occhi la posizione di Totò Martello, lontano dalle posizioni di Pietro Bartolo che ci ha confermato di non avere avuto per queste elezioni europee nessun contatto né sostegno dal compagno di partito, l’ex sindaco e attuale capo dell’opposizione Totò Martello.
Viene spontaneo chiedersi a questo punto, dove sono andati a finire i voti del PD a Lampedusa? Altra considerazione da fare, riguarda Forza Italia e di uno “squadrone” di persone che vanno dal coordinatore cittadino del partito fondato da Berlusconi, Rosario Costanza a Davide Masia (uomo con una esperienza politica cittadina importante alle spalle) passando da Roberta Palmisano e poi la ex senatrice della Lega Angela Maraventano e altri personaggi di calibro che hanno portato Forza Italia ad essere il primo partito sulle Pelagie.
Ultimo, ma non ultimo, il vice sindaco Attilio Lucia che “da solo” è riuscito a portare al partito di Salvini 145 voti che vista la situazione e con tutti praticamente contro, è riuscito a confermare un buon risultato elettorale. Rimane il fatto che la Lega di Salvini è passata da primo partito nel 2019 a quarto nel 2024.