Un’inchiesta che parte dalla presunta chiusura del museo delle migrazioni di Lampedusa, annunciata a tutta la stampa italiana ed europea dal Comitato 3 Ottobre. Notizia falsa e tendenziosa, secondo Pelagies, la nuova associazione che gestisce il museo.
Sembrerebbe, che il Comitato 3 Ottobre abbia occupato abusivamente il Museo, senza avere alcun titolo di gestione, né del museo né degli oggetti di migranti, “trafugati” al Comune di Lampedusa e Linosa senza che fosse interpellato il collettivo Askavusa che aveva recuperato, custodito e restaurato gli oggetti che il Comitato 3 Ottobre esponeva nel museo del Dialogo e della Fiducia.
Tanti altri approfondimenti sulle commemorazioni della strage del 3 ottobre, quanti soldi girano e le omissioni sui bilanci, finanziamenti pubblici e vendita non autorizzata di merchandising all’interno del museo. Chi sono i personaggi di quello che alcuni lampedusani definiscono “festival” altri invece, “un circo” dove ognuno ha la propria parte in un copione scritto male e recitato peggio.
Ma alla fine tutto questo, a chi servirà?
Non ai migranti morti in mare, sicuramente.
E provando ad invertire l’ordine delle cose, le prospettive: e se fossero i migranti morti in mare a servire a qualcuno? A chi?
A chi servono i morti di Lampedusa?
un’inchiesta di Tony Colapinto