A pagare le conseguenze di una discutibile quanto criticabile privatizzazione, al momento, stanno per essere i dipendenti che lavorano sulle navi che collegano le isole minori siciliane.
Il problema è sempre lo stesso: secondo la compagnia Caronte & Tourist, la Regione Siciliana ritarda i pagamenti che a sua volta risponde; che la Caronte ha delle responsabilità su difetti istruttori.
Ma tutto nasce da una missiva a firma del responsabile del personale della Caronte & Tourist, Tiziano Minuti tramite la quale annuncia “il dimezzamento degli stipendi dei dipendenti, marittimi e amministrativi e questo, a fronte di ben nove mesi di arretrati che la regione non ha pagato”.
I sindacati filt cgil fit cisl e utltratrasporti a questo punto, dopo un periodo (secondo diversi lavoratori) silente, hanno chiesto di organizzare un tavolo tecnico con la regione per potere tutelare i propri iscritti.
Con una nota, i rappresentanti delle sigle sindacali hanno affermato che “a farne le spese sono sempre i lavoratori che anticipano una parte del salario per garantire che le tratte possano essere coperte regolarmente, nonostante vi siano contratti milionari che la regione elargisce alla compagnia di navigazione”.
Ma il taglio degli stipendi annunciato non sarebbe altro che una “minaccia” legata a problematiche come “l’inflazione imperante, – che sempre a detta del capo del personale nella sua lettera, – e ai sequestri di navi, oltre naturalmente, al ritardo di nove mesi dei pagamenti dovuti”.
Noi, abbiamo cercato di capire oltre i comunicati e le lettere parlando anche con lo stesso personale che sta vivendo un momento di difficoltà oggettivo e abbiamo scoperto, che anche le indennità di navigazione stanno per essere tagliate; per un marittimo perdere questa remunerazione significa tanto.
Ora, si attendono le risultanze che scaturiranno dall’incontro già programmato tra la caronte, la regione e i sindacati; anche lo scorso giugno la società (e sempre per le stesse ragioni) aveva minacciato un taglio agli stipendi del 30% agli stipendi.
Quello che sta accadendo, ancora una volta, sembrerebbe una specie di gioco sulle spalle dei lavoratori con una regione, che evidentemente non ha la forza e quindi le intenzioni di attaccare più di tanto la compagnia di navigazione e noi, ci chiediamo ingenuamente perché; e la compagnia di navigazione, che vessa i lavoratori con vere e proprie minacce di tagli agli stipendi e con i sindacati che quando non possono più stare zitti, organizzano incontri e divulgano comunicati.
In questa fase, si deve ovviamente parlare e trattare questioni importantissime che riguardano la sopravvivenza dei lavoratori e del loro salario ma in seguito, vorremo trattare altre questioni non meno importanti come ad esempio le condizioni sui luoghi di lavoro dei marittimi e parliamo di norme di sicurezza e di igiene che ci è stato segnalato, non vengono rispettate appieno.
L’integrità dei lavoratori marittimi è stata sempre da esempio per tutte le altre categorie di lavoratori; la loro onestà e abnegazione è proverbiale e non è giusto approfittare proprio di queste caratteristiche per raggiungere determinati obiettivi; tagliare gli stipendi non è possibile e questo non lo diciamo noi ma la legge, il nostro invito diretto ai sindacati, è di affiancare sempre e bene i lavoratori cercando di “denunciare senza remore” determinate situazioni.
Nella storia, i sindacati hanno sempre avuto un ruolo determinante nel mondo del
lavoro e oggi più che mai, c’è bisogno di affiancare i lavoratori, di sorreggerli e di tutelarli; noi qualche importante spunto lo stiamo dando e saremo sempre disponibili a dare manforte nei limiti del nostro ruolo, comprendendo quali e quante sono le difficoltà che si stanno vivendo con delle privatizzazioni che di fatto, stanno portando a costi enormi e poche garanzie per i lavoratori per un servizio di vitale importanza per i cittadini delle isole.