L’ex assessore Di Maria rompe il silenzio e attacca il sindaco Mannino

L’ex assessore del Comune di Lampedusa e Linosa Pietro Di Maria si scaglia contro il sindaco Mannino per Capitale della Cultura 2025 “non rispondeva neanche alle chiamate degli organizzatori”. Sulla proposta del capo dell’opposizione (ed ex sindaco) Martello “le sue solite sciocchezze senza senso”.

Ha atteso più di un anno per rompere il silenzio, l’ex assessore comunale della giunta Mannino, Pietro Di Maria, che ha rassegnato le sue dimissioni a Novembre 2023 per essere sostituito dal nuovo assessore Vincenzo Cantafia.

Ha scelto di dire la sua sul profilo Facebook personale, all’indomani della cerimonia inaugurale di Agrigento Capitale della Cultura 2025, che ha visto Lampedusa sia protagonista nel dossier che ha consentito la vittoria della provincia di Agrigento a Capitale della Cultura, sia protagonista nel discorso del presidente Mattarella al teatro Pirandello.

“Lampedusa deve tutto questo al mio impegno costante – scrive nel suo post l’ex assessore Di Maria – il sindaco non rispondeva nemmeno alle telefonate degli organizzatori, i quali si rivolgevano esclusivamente al sottoscritto”.

Lapidario e senza mezzi termini, non le manda a dire al primo cittadino Filippo Mannino che ieri ha partecipato alla cerimonia di apertura e che commosso ha stretto la mano al Capo dello Stato.

“Mentre tutto il resto dell’amministrazione non ha mai creduto in una eventuale vittoria di Agrigento, dopo la nomina tutto è cambiato”. Nella dichiarazione telefonica che ha rilasciato a lampedusaindueminuti.it Di Maria continua “tutti erano contenti e fieri prendendosi i meriti di un lavoro non fatto da loro e nel quale il sindaco non ha mai creduto, solo io ho partecipato alle riunioni e ho collaborato attivamente alla realizzazione della progettazioni e del dossier, al sindaco tutto questo non interessava”.

A fare scaturire la decisione di rompere il silenzio e attaccare il sindaco Mannino sarebbe stata la mancanza di rispetto, a suo dire, e di una appropriazione indebita dei meriti per il lavoro svolto dall’assessore Di Maria con perseveranza, passione e grande impegno. “Il sindaco non ha detto neanche un grazie, come ogni persona civile ed educata avrebbe fatto, e questo mi ha spinto a scrivere il post” continua l’ex assessore nelle sue dichiarazioni.

L’unica cosa a rendere orgoglioso il dimissionario Di Maria, è l’alto riconoscimento che è stato dato anche a Lampedusa e ai lampedusani dal presidente Sergio Mattarella e dalla commissione del Ministero della Cultura al momento della nomina di Agrigento e provincia.

Nel messaggio di fine anno che il sindaco Mannino ha rivolto ai cittadini di Lampedusa e Linosa, non fa minimamente cenno all’importanza di Agrigento Capitale della Cultura, proprio alla vigilia del 2025 che ha segnato l’inizio dell’anno da capitale culturale, e secondo Di Maria, non l’ha fatto proprio perché non ha mai capito l’importanza di questo riconoscimento per le Pelagie: “lo ha capito solo quando ha visto Mattarella sul palco del teatro agrigentino e ha sentito elogiare Lampedusa e i lampedusani come avanguardia della civiltà europea, ma ancora all’indomani dell’inaugurazione ufficiale, nessuno ha comunicato quale sarà il programma e le iniziative previste per Lampedusa e Linosa”

Pietro Di Maria aveva iniziato a stilare già un programma di eventi per entrambe le isole (che anche in questa occasione Linosa non viene menzionata da nessuna parte), “mi ero confrontato anche con il prof. Giovanni Fragapane – continua Di Maria – che da quando è stato nominato da Mannino come membro della Fondazione agrigentina non è stato coinvolto in nessuna attività rilevante”.

Proprio qualche giorno prima della cerimonia inaugurale, era già nata una polemica mediatica per l’assenza del primo cittadino lampedusano alla conferenza stampa tenutasi a Roma per la presentazione del programma di Agrigento Capitale della Cultura, e Mannino al quotidiano “La Repubblica” aveva dichiarato di non essere stato informato in tempo dal sindaco di Agrigento Micciché e che Lampedusa era stata tenuta distante dalla fase programmatica.


Anche su questo, Di Maria esprime il suo disappunto contro Mannino dicendo “questa è ignoranza gestionale e amministrativa, se Lampedusa è parte di un progetto così prestigioso e tu sei il sindaco delle Pelagie, devi essere tu a farti valere nelle sedi giuste, non devi aspettare che gli altri ti coinvolgano, anche perché Lampedusa è stata determinante per la nomina di Agrigento a capitale della cultura”.

Sembra passato un secolo da quando la senatrice Maraventano, ai tempi leghista lampedusana voleva diventare bergamasca, nel periodo in cui la pasionaria era anche vice sindaco, e invece come un “qualunquemente”, che non passa mai di moda ecco, che torna l’originalissima proposta di cambiare provincia, stavolta dalla bocca dell’ex sindaco Totò Martello oggi, capo dell’opposizione in consiglio comunale, che la mattina stessa della cerimonia inaugurale ad Agrigento, addirittura lancia un appello anche rivolto al presidente della Repubblica e lo fa, con un comunicato stampa.

Presenterò una mozione al Consiglio comunale per chiedere di attivare tutte le iniziative necessarie affinché la nostra isola diventi l’83esimo Comune della provincia di Palermo e non più di Agrigento. Mi rivolgo anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – aggiunge Martello – affinché valuti questa situazione con la massima attenzione.

“La proposta di Martello è una delle sue solite sciocchezze senza senso che lascia il tempo che trova – commenta l’ex assessore Di Maria – lo fa tanto per farsi sentire, spera ancora di potere ritornare in auge”

Un Pietro Di Maria “on fire” direbbero gli americani, che dopo un anno dalle sue dimissioni, scioglie ogni riserva e affronta il sindaco Filippo Mannino, e chissà se l’ex assessore ai lavori pubblici, prima o poi scioglierà ogni riserva anche sulle sue dimissioni e su quelle dell’ex capo dell’ufficio tecnico Marco Scarpinato che un anno fa, a fine Gennaio 2024, con una lettera al sindaco Mannino, ha lasciato il suo incarico dopo appena quattro mesi e rimpiazzato con l’attuale dirigente dell’ufficio tecnico Salvatore Gambino, un tempo costola dell’ex sindaco Totò Martello.